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1. San Francesco nel suo Testamento scrive: “Coloro che non sanno lavorare, imparino ”.
2. Questo richiamo ha per noi un significato sempre nuovo e oggi più urgente che mai. Difficilmente infatti si può svolgere un'attività in modo conveniente senza una formazione specifica ed adeguata.
3. È compito dell'Ordine aiutare ogni frate a sviluppare la sua propria grazia di lavorare. Così i frati, lavorando, si sostengono vicendevolmente nella vocazione e viene incrementata l'armonia della vita fraterna.
4. I singoli frati siano formati, secondo le loro doti, per i compiti e gli uffici che dovranno svolgere. Perciò alcuni imparino i mestieri e le attività pratiche, gli altri si dedichino agli studi pastorali o scientifici, specialmente sacri.
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1. Tutti i frati però, servendo il Signore da minori, si ricordino che sopra tutte le cose devono desiderare di avere lo spirito del Signore e la sua santa operazione.
2. Procurino perciò i frati, mentre apprendono un'abilità manuale e una solida cultura, di essere competenti nella particolare grazia del lavoro e insieme santi.
3. Si dedichino alla formazione speciale in spirito di abnegazione e di disciplina, secondo le capacità del loro ingegno, affinché, con la promozione della propria persona e lo sviluppo della propria cultura, contribuiscano al bene dell'Ordine, della Chiesa e della società.
4. Gli studi, illuminati e vivificati dalla carità di Cristo, siano del tutto consoni allo stile della nostra vita
5. Perciò i frati, nell'attendere agli studi, coltivino la mente e il cuore così che, secondo l'intenzione di san Francesco, progrediscano nella vocazione; infatti la formazione a qualsiasi genere di lavoro è parte integrante della nostra vita religiosa.
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1. I frati che sono chiamati agli ordini sacri devono essere preparati secondo le norme date dalla Chiesa, tenuto presente il carattere della nostra fraternità. Per ricevere gli ordini sacri si richiede il consenso del ministro provinciale e del suo definitorio.
2. Con la stessa sollecitudine, in ciascuna provincia, si provveda alla formazione intellettuale, apostolica e tecnica degli altri frati, secondo gli uffici dei singoli.
3. La formazione nelle discipline filosofiche e teologiche, impartita specialmente secondo la dottrina francescana, tenda con metodo uniforme a rivelare progressivamente alle menti il mistero di Cristo.
4. Nel nostro Ordine apostolico, la sollecitudine pastorale pervada tutto il corso della formazione, così che tutti i frati, ciascuno secondo le proprie capacità, possano annunciare, come discepoli e profeti del nostro Signore Gesù Cristo, con l'opera e con la parola il Regno di Dio, tenendo conto delle necessità pastorali delle regioni e del compito missionario ed ecumenico della Chiesa.
5. I ministri provinciali, con il consenso del definitorio, stabiliscano nelle province alcuni luoghi per provvedere in maniera adeguata alla formazione speciale dei frati; o provvedano diversamente, specialmente con la collaborazione fra le province o tra le famiglie francescane, per quanto le condizioni dei luoghi lo permettono.
6. Se poi i frati, nel periodo della formazione iniziale, secondo le condizioni e le esigenze della regione o della provincia, frequentano centri di formazione fuori dell'Ordine, si deve sempre e accuratamente completare la loro formazione religiosa francescano-cappuccina.
7. I ministri provinciali abbiano cura che i frati idonei siano preparati in modo particolare presso istituti, facoltà e università, nelle scienze sacre e nelle altre scienze, così pure nelle arti e nelle professioni, come sembrerà opportuno per il servizio della Chiesa e dell'Ordine.
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1. I formatori siano consapevoli che i frati formandi sono i principali artefici della formazione da acquisire, della quale sono anche i primi responsabili, in fiduciosa collaborazione con gli educatori.
2. Nel metodo di insegnamento, nei colloqui con gli alunni e nel condurre attivamente le esercitazioni, gli educatori procurino che i frati in formazione acquistino una cultura viva e coerente.
3. Nel preparare ed esporre le lezioni usino diligente cura, fedeli al magistero della Chiesa, tengano conto del progresso delle loro discipline e adeguino le lezioni alle sue esigenze.
4. Si raccomanda, infine, che impegnino le loro energie nella ricerca, composizione e pubblicazione di opere scientifiche, specialmente di argomento francescano; a tal fine ad essi e agli altri frati possono essere di aiuto gli Istituti Francescani promossi dall'Ordine.
5. Oltre la biblioteca centrale o regionale, che è vivamente raccomandata, in tutte le nostre case si abbia una biblioteca comune, la quale sia convenientemente fornita secondo le necessità di ciascuna fraternità. L'accesso alle nostre biblioteche, dove è possibile, sia consentito anche agli estranei, osservate tuttavia le debite cautele.
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