COSTITUZIONE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI - Capitolo III°
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  LA VITA DI PREGHIERA DEI FRATI
 

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1. Custodiamo e promoviamo quello spirito contemplativo che risplende nella vita di san Francesco e dei nostri antichi frati. Dedichiamo quindi ad esso un più ampio spazio curando l'orazione mentale.
2. L'autentica orazione mentale ci conduce allo spirito di vera adorazione, ci unisce intimamente a Cristo e accresce di continuo nella vita spirituale l'efficacia della sacra Liturgia.
3. E perché non si affievolisca mai lo spirito di preghiera, ma sempre più si accenda in noi, dobbiamo dedicarci ogni giorno della nostra vita a questo esercizio.
4. I superiori e gli altri, ai quali è affidata la cura della vita spirituale, si adoperino perché tutti i frati progrediscano nella conoscenza e nella pratica dell'orazione mentale.
5. I frati poi attingano alle fonti genuine della spiritualità cristiana e francescana lo spirito di preghiera e la preghiera stessa, per potere apprendere la sublime conoscenza di Gesù Cristo.
6. L'orazione mentale è maestra spirituale dei frati, i quali, se sono veri e spirituali frati minori, pregano sempre interiormente. Pregare infatti altro non è che parlare a Dio con il cuore; e, in realtà, non prega chi parla a Dio soltanto con la bocca. Ognuno perciò si sforzi di attendere all'orazione mentale o contemplazione e, secondo l'insegnamento di Cristo, ottimo maestro, di adorare l'eterno Padre in spirito e verità, adoperandosi con sollecita cura di illuminare la mente e infiammare il cuore, più che di formulare parole.

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1. Il primato dello spirito e della vita di preghiera sia messo pienamente in atto sia dalle fraternità sia dai singoli frati, dovunque essi si trovino, come è richiesto dalle parole e dall'esempio di san Francesco e dall'autentica tradizione cappuccina.
2. È della massima importanza formare la coscienza alla necessità vitale della preghiera personale. Ogni frate, dovunque si trovi, si procuri ogni giorno il tempo occorrente, per esempio un'ora intera, per l'orazione mentale.
3. I Capitoli provinciali e locali provvedano che tutti i frati abbiano il tempo necessario per l'orazione mentale da farsi sia in comune che in privato.
4. La fraternità locale nei Capitoli si interroghi sulla preghiera comunitaria e personale dei frati. I frati, e per il loro ufficio pastorale prima di tutto i superiori, si sentano responsabili della reciproca animazione della vita di preghiera.
5. Come discepoli di Cristo, benché poveri e fragili, rimaniamo costantemente fedeli alla preghiera, in modo che coloro che cercano sinceramente il Signore, si sentano invitati a pregare con noi.
6. Con grande impegno coltiviamo e promoviamo nel popolo di Dio lo spirito di preghiera soprattutto interiore, perché questo, fin dall'inizio, fu carisma della nostra Fraternità di Cappuccini e, come testimonia la storia, germe di genuino rinnovamento.

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1. Nella preghiera, come figli di Dio, lasciamoci condurre dallo Spirito Santo, affinché ci faccia crescere ogni giorno nella comunione con il Padre e con i fratelli.
2. Nello spirito del santo Vangelo veneriamo e predichiamo ai fedeli in modo speciale i misteri dell'umanità di Cristo, particolarmente del Natale e della Passione, nei quali san Francesco ammirava l'amore e l'umiltà del Signore.
3. Veneriamo con singolare devozione, specialmente con il culto liturgico e il rosario, Maria Madre di Dio e Vergine concepita senza peccato, figlia e serva del Padre, madre del Figlio e sposa dello Spirito Santo, fatta Chiesa, secondo l'espressione di san Francesco, e promoviamo la sua devozione tra il popolo. Lei infatti è nostra madre e avvocata, patrona del nostro Ordine, partecipe della povertà e della passione di suo Figlio, e, come testimonia l'esperienza, via per fare nostro lo spirito di Cristo povero e crocifisso.
4. Allo stesso tempo veneriamo piamente, secondo l'antica tradizione, san Giuseppe, suo sposo.
5. Coltiviamo e promoviamo, secondo le consuetudini locali, la devozione al santo Padre Francesco, modello dei minori, e ai santi, specialmente nostri, facendo però attenzione che tale venerazione sia sempre conforme allo spirito della sacra Liturgia.

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1. Al fine di un continuo rinnovamento della nostra vita religiosa, tutti i frati ogni anno facciano gli esercizi spirituali. Si abbiano anche altri periodi di ritiro, che alle volte lodevolmente vengano organizzati in modo diverso, tenuto conto della diversità degli uffici.
2. A questo fine i superiori predispongano il tempo necessario e l'opportunità per ognuno, anche per chi vive fuori convento.

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1. Ogni fraternità deve essere veramente una fraternità che prega. A questo scopo giova promuovere, secondo la multiforme grazia di Dio, nelle province e nelle regioni, fraternità di ritiro e di contemplazione, nelle quali i frati possano dedicarsi per un certo tempo, come Dio concederà loro, alle cose dello spirito e alla vita di preghiera.
2. Questi frati, in comunione con la fraternità provinciale, tengano presente ciò che san Francesco scrisse per quelli che vogliono vivere piamente negli eremi.
3. Spetta al Capitolo provinciale o alla Conferenza dei superiori maggiori decidere circa l'opportunità di tali fraternità e provvedere alla loro regola di vita.

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1. Il silenzio, che è custode fedele della vita interiore ed è richiesto dalla carità della vita in comune, venga tenuto in grande stima in tutte le nostre fraternità per custodire la vita di preghiera, di studio e di riflessione.
2. È compito del Capitolo locale assicurare nelle nostre fraternità il clima di preghiera e di raccoglimento, tenendo lontano tutto ciò che lo può ostacolare.

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1. La lettura della Sacra Scrittura e di altri libri spirituali è mezzo efficace per nutrire la vera devozione e favorire l'esperienza di Dio. I singoli frati siano fedeli nel dedicare un tempo sufficiente a questa lettura.
2. Per avere sempre davanti agli occhi la via e la vita che abbiamo promesso, in ogni provincia si diano norme per la lettura pubblica della Sacra Scrittura, della Regola, del Testamento e delle Costituzioni, e per la rinnovazione della professione in comune.

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