COSTITUZIONE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI - Capitolo VI °
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  LA NOSTRA VITA IN FRATERNITA'
 

ARTICOLO I° - L'IMPEGNO ALLA VITA FRATERNA

 

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1. Come fratelli dati gli uni agli altri dal Signore e dotati di doni diversi, accogliamoci a vicenda con animo riconoscente. Perciò, dovunque viviamo, riuniti nel nome di Gesù, siamo un cuor solo e un'anima sola, nello sforzo costante verso una maggiore perfezione. Come veri discepoli di Cristo, amiamoci vicendevolmente con tutto il cuore, portando i difetti e i pesi gli uni degli altri, esercitandoci incessantemente nell'amore di Dio e nella carità fraterna, procurando di essere esempio di virtù fra noi e per tutti, e facendo violenza alle nostre passioni e cattive inclinazioni.
2. Coltiviamo il dialogo fra di noi, comunicandoci con confidenza le nostre esperienze e manifestandoci le nostre necessità. Inoltre ci pervada tutti lo spirito di comprensione fraterna e di stima sincera. Particolare impegno si abbia per il Capitolo locale, che è strumento privilegiato per promuovere e manifestare la crescita e l 'indole della nostra vita nella comunione fraterna. In esso bene si esprime l'obbedienza caritativa, che caratterizza la nostra fraternità. Grazie ad essa i frati sono a servizio l'uno dell'altro, si stimola la creatività di tutti e i doni di ciascuno sono a vantaggio di tutti.
3. A motivo della stessa vocazione i frati sono tutti uguali. Perciò secondo la Regola , il Testamento e la primitiva consuetudine dei cappuccini, chiamiamoci tutti, senza distinzione, fratelli.
4. La precedenza, necessaria per il servizio della fraternità, dipende dai compiti ed uffici che attualmente si esercitano.
5. Pertanto, nell'ambito dell'Ordine, della provincia e della fraternità locale, tutti gli uffici e i servizi devono essere accessibili a tutti i frati, tenuto conto tuttavia degli atti che richiedono l'ordine sacro.
6. Tutti, secondo i doni dati a ciascuno, si aiutino vicendevolmente anche nei servizi che si devono svolgere quotidianamente nelle nostre case.

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1. Si abbia cura che nelle nostre fraternità la differenza di età aiuti la concordia degli animi e la mutua integrazione.
2. Ai frati anziani si manifestino segni di una carità premurosa e riconoscente.
3. I giovani abbiano nella dovuta stima i frati di età più matura e si giovino volentieri della loro esperienza.
4. Gli anziani, da parte loro, accolgano le nuove e sane forme di vita e di attività; e gli uni e gli altri si comunichino le proprie ricchezze.

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1. Se un frate si ammala, il superiore provveda subito con fraterna carità tutte le cose necessarie al corpo e all'anima, secondo l'esempio e l'ammonizione di san Francesco, e affidi l'infermo alle cure di un frate idoneo e, se il caso lo richiede, anche del medico.
2. L'infermeria sia situata in una parte conveniente della casa, anche fuori clausura.
3. Nelle province, quando si ritiene utile, si abbia una infermeria provinciale.
4. Ogni frate, considerando che nell'infermo è presente la persona di Cristo sofferente, rifletta che cosa vorrebbe che gli si facesse in caso di infermità, e ricordi pure ciò che san Francesco scrisse nella Regola, che cioè nessuna madre è così tenera e premurosa verso il proprio figlio, quanto ciascuno di noi deve esserlo verso il suo fratello spirituale.
5. Ciascuno s'impegni dunque ad aver cura del fratello infermo, a visitarlo volentieri e a confortarlo fraternamente.
6. Il superiore visiti spesso e fraternamente i malati, e non trascuri di sollevare spiritualmente l'animo dell'infermo, personalmente o per mezzo di altri e, se lo vedrà colpito da grave malattia, lo avverta con prudenza della sua condizione e lo disponga a ricevere i sacramenti.

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