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1. Secondo l’indole e la
tradizione del nostro Ordine, i frati siano disponibili a
dare aiuto pastorale al clero della Chiesa particolare nelle
parrocchie.
2. I superiori maggiori, sensibili
alle necessità urgenti dei fedeli e con il consenso
del Consiglio, accettino con prudenza anche la cura parrocchiale
in spirito di servizio alla Chiesa particolare.
3. Affinché assumendo questo
ministero si conservi la conformità alla nostra vocazione,
ordinariamente preferiamo le parrocchie dove più facilmente
possiamo dare testimonianza di minorità e possiamo
vivere e lavorare in fraternità. Così infatti
il popolo di Dio può realmente partecipare al nostro
carisma.
4. I santuari affidati al nostro
Ordine siano centri di evangelizzazione e di sana devozione.
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1.
I frati, riconoscendo il ruolo dei laici nella vita e nell’azione
della Chiesa, li aiutino a prepararsi e ad esercitare i vari
ministeri che sono loro propri, specialmente nell’opera
di evangelizzazione; così anche sostengano le associazioni
dei fedeli che si propongono di vivere e annunziare la parola
di Dio e di migliorare il mondo dall’interno.
2. Tra
queste associazioni ci stia a cuore l’Ordine Francescano
Secolare. Collaboriamo con i francescani secolari affinché
le loro fraternità crescano come comunità di
fede dotate di particolare efficacia di evangelizzazione.
Collaboriamo anche alla formazione dei singoli membri affinché
diffondano il Regno di Dio non soltanto con l’esempio
della vita, ma anche con varie forme di apostolato.
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1.
San Francesco esortava i frati ad annunziare il Regno di Dio
anche con canti e laudi in lingua volgare. Lui stesso desiderava
cooperare alla salvezza degli uomini con la diffusione degli
scritti.
2.
Anche noi teniamo in grande considerazione i mezzi odierni
di comunicazione sociale, che raggiungono e stimolano le moltitudini
e tutta la società umana. Essi sono dei mezzi adatti
per evangelizzare gli uomini del nostro tempo.
3.
Per dare maggior vigore alle varie forme di apostolato attraverso
questi mezzi di comunicazione sociale nella nostra fraternità,
i superiori facciano in modo che i frati idonei a questo apostolato
possano acquistare una preparazione adeguata.
4.
Tutti i frati vengano istruiti adeguatamente sull’uso
responsabile di questi mezzi di comunicazione sociale, affinché
attraverso di essi possano conoscere rettamente e concretamente
le condizioni della società e le necessità della
Chiesa.
5. Esercitino volentieri anche
l’apostolato della stampa in collaborazione fra loro,
specialmente se si
tratta di divulgare opere francescane; si raccomanda molto
che nelle province e nelle nazioni, anzi in tutto l’Ordine,
siano costituiti uffici a questo scopo.
6. In ciò che riguarda
i mezzi di comunicazione sociale si osservino le norme del
diritto universale; se si tratta di scritti su problemi religiosi
o di morale, si tenga presente che si richiede anche l’autorizzazione
del superiore maggiore.
7. I frati abbiano i mezzi necessari
per esercitare il loro ufficio, a condizione che non ne soffra
la vita fraterna e tenendo presente la nostra vocazione francescano-cappuccina.
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1.
I frati, che per qualunque ragione si dedicano all’apostolato,
riconducano a unità la loro vita e azione nell’esercizio
della carità verso Dio e verso gli uomini, che è
l’anima di ogni apostolato.
2.
Si ricordino anche che non possono compiere la loro missione
se non si rinnovano continuamente nella fedeltà alla
propria vocazione.
3.
Esercitino quindi l’attività apostolica in povertà
e umiltà, non appropriandosi del ministero, affinché
sia evidente a tutti che essi cercano solo Gesù Cristo;
conservino quella unità fraterna che Cristo volle così
perfetta che il mondo conosca che il Figlio è stato
inviato dal Padre.
4. Coltivino
la vita di preghiera e di studio in convivenza fraterna per
essere uniti intimamente con il Salvatore e, mossi dalla forza
dello Spirito Santo, si offrano a testimoniare il lieto annuncio
nel mondo con animo pronto e generoso.
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