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Nella riflessione il Papa ha esaltato la domenica, giorno della risurrezione, ricordato il culto della Divina Provvidenza e affermato l'importanza dell'Incontro con Dio
«Giovedì prossimo, in occasione dei festeggiamenti per il settimo anniversario della mia elezione alla Sede di Pietro, vi chiedo di pregare per me, perchè il Signore mi dia la forza di compiere la missione che mi ha affidato». È quanto ha affermato Benedetto XVI salutando in francese, dopo la recita del Regina Caeli in Piazza San Pietro, i pellegrini di quella lingua.
Nel corso della messa il pontefice ha affermato che «il fatto che i cristiani celebrino la domenica è una «prova molto forte» che proprio in quel giorno avvenne la Resurrezione di Cristo, poichè «solo un avvenimento straordinario e sconvolgente poteva indurre i primi cristiani a iniziare un culto diverso rispetto al sabato ebraico».
Lo ha affermato Benedetto XVI alla recita del Regina Caeli, spiegando come «ogni anno, celebrando la Pasqua, noiriviviamo l’esperienza dei primi discepoli di Gesù, l’esperienza dell’incontro con Lui risorto».
«Quel giorno, chiamato poi domenica- ha sottolineato il Papa, - parlando ai fedeli - , è il giorno nel quale l’assemblea, della comunità cristiana si riunisce per il suo culto proprio, cioè l’Eucaristia, culto nuovo e distinto fin dall’inizio da quello giudaico del sabato».
«In effetti - ha proseguito -, la celebrazione del Giorno del Signore è una prova molto forte della Risurrezione di Cristo, perchè solo attraverso quell' avvenimento straordinario e sconvolgente i primi cristiani sono stati indotti ad iniziare un culto diverso rispetto al sabato ebraico».
Secondo papa Ratzinger, «allora come oggi, il culto cristiano non è solo una commemorazione di eventi passati, e nemmeno una particolare esperienza mistica, interiore, ma essenzialmente un incontro con il Signore risorto».
Benedetto XVI ha rivolto un particolare saluto e un ringraziamento ai pellegrini che hanno partecipato alla messa presieduta dal cardinale vicario Agostino Vallini nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, «luogo privilegiato di culto della Divina Misericordia, dove si venerano in modo particolare anche santa Faustina Kowalska e il beato Giovanni Paolo II».
«A tutti auguro di essere testimoni dell’amore misericordioso di Cristo», ha detto il Pontefice che subito prima aveva spiegato come sia stato il suo predecessore Giovanni Paolo II a intitolare questa domenica dopo la Pasqua alla Divina Misericordia.
Parlando poi in polacco, nel saluto ai pellegrini di quella lingua, ha citato parole di papa Wojtyla, dette dieci anni fa nel santuario di Lagiewniki: «Bisogna trasmettere al mondo questo fuoco della misericordia. Nella misericordia di Dio il mondo troverà la pace, e l’uomo la felicità! Affido questo compito a tutti i devoti della Divina Misericordia»
www.vaticaninsider.lastampa.it - Roma 15/04/2012