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In 4mila domenica al Palaolimpico di Torino per ascoltare il cappuccino alla convocazione regionale del Rinnovamento nello Spirito
di Domenico Agasso JR
Il padre predicatore della Casa pontificia, è intervenuto per la convocazione regionale Piemonte e Valle D’Aosta del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) nell’anno giubilare del 40° della sua presenza in Italia.
Sempre tanto amato dal popolo del Rns per le sue numerose presenze alle convocazioni nazionali, p. Cantalamessa, prendendo spunto dalla parola dell’evangelista Luca scelta come tema della giornata - «”Lo spirito del Signore è sopra di me e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio” (Luca 4,18)» - «ha continuato la lettura del testo», racconta Pierfranco Bollero, responsabile stampa e comunicazioni di Rns Piemonte, «facendo notare la solennità con cui Gesù, dopo una breve pausa e fissando i suoi interlocutori, afferma “oggi si è compiuta questa scrittura” e si domanda: “Che cosa significa questo compimento?” se non quell’unzione con la quale nell’Antico Testamento venivano consacrati i re, i profeti e i sacerdoti».
«Gesù, come Dio – prosegue Bollero sintetizzando l’intervento di p. Cantalamessa - possedeva già fin dalle origini questa “unzione” personale, ma nel battesimo di Giovanni riceve dal Padre mediante lo Spirito questa speciale unzione che però non è particolare, ma completa; Gesù è contemporaneamente unto re, profeta e sacerdote».
«Come re – continua - egli viene a distruggere il regno di Satana per far posto al Regno di Dio; come profeta, attraverso la predicazione e i segni (miracoli), mette direttamente in comunicazione gli uomini con Dio; come sacerdote prega, intercede presso il Padre e offre in sacrificio anche se stesso». E l’unzione «Cristo l’ha trasferita alla Chiesa. Già fin dai primi secoli i padri hanno voluto usare l’unzione anche come segno tangibile nell’amministrare i sacramenti. È un diritto per tutti i cristiani ma perché produca frutti deve essere attivata».
A questo punto «padre Raniero ha portato l’esempio del profumo chiuso in una boccetta, che finché rimane sigillata non fa sentire la sua fragranza, bisogna aprirla perché il profumo si spanda e avvolga noi, le persone e le cose che ci circondano. Noi – aggiunge -abbiamo bisogno di attivare e ravvivare continuamente questa unzione sacramentale con un’unzione spirituale, per ravvivare la nostra fede e spandere il profumo di Cristo a quelli che ci sono vicini». «Lo scopo di questa unzione – conclude - è dunque l’evangelizzazione». http://vaticaninsider.lastampa.it