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Si è aperto questa mattina in Vaticano il 23.mo Congresso Mondiale dell’Apostolato del Mare organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti sul tema della nuova evangelizzazione nel mondo marittimo: fino al 23 novembre i partecipanti rifletteranno sui nuovi mezzi e strumenti per proclamare la Buona Novella in questo ambito. Ad inaugurare l’evento, il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del dicastero, che ha ricordato come questo sia il più grande Congresso Mondiale mai organizzato nella storia dell’Apostolato del Mare: sono infatti riuniti oltre 400 delegati provenienti da 70 Paesi. L’appuntamento vuole anche ricordare il 90.mo anniversario dell'approvazione delle prime Costituzioni e della benedizione di questo nuovo Apostolato da parte di Pio XI.
“Lo sviluppo tecnologico dell’industria marittima, i crescenti problemi riguardanti la vita e il lavoro dei marittimi, le sfide poste dalle nuove e spesso restrittive normative e la crisi economica mondiale – ha rilevato il porporato - fanno sì che l’Apostolato del Mare debba evangelizzare in condizioni piuttosto difficili. Nonostante tutte queste difficoltà, il mondo marittimo è un terreno fertile per l'evangelizzazione. Le navi, infatti, navigano sui sette mari del mondo sostando da un porto all’altro trasportando non solo merci, ma anche equipaggi di diversa cultura, tradizione e religione e creando, per le persone di etnie diverse, l’opportunità di incontrarsi e apprezzare le differenze. Equipaggi multinazionali – ha proseguito il cardinale Vegliò - vivono e lavorano nello spazio molto ristretto delle navi, lontani per mesi dalle loro famiglie e comunità cristiane, senza nutrimento per la loro fede, che è spesso come un ‘lucignolo fumante’. La Nuova Evangelizzazione e l'Anno della Fede invitano ogni cappellano e volontario dell’Apostolato del Mare ad approfondire la propria fede, a credere nel messaggio evangelico e ad andare avanti per proclamare il Vangelo a coloro che non lo conoscono e riaccendere così quel ‘lucignolo fumante’ con la testimonianza cristiana".
"Questa testimonianza cristiana - ha aggiunto il cardinale Vegliò - deve essere realizzata attraverso un ministero di presenza, servizio e solidarietà continui. Per i marittimi che arrivano in porti stranieri, lontano dalla città, la presenza di un centro dell’Apostolato del Mare con il cappellano e i volontari è sempre un faro di luce per loro che hanno navigato per settimane solo in compagnia di se stessi. Il servizio costante reso con amore per rispondere alle esigenze di tutti gli equipaggi, a prescindere da credo e nazionalità, porta speranza nei momenti di scoraggiamento. La solidarietà verso i marittimi sfruttati e abbandonati – ha concluso il porporato - è espressione dell'amore di Cristo per tutti. Con la vostra vita, spesso senza dire una parola, voi siete operatori di evangelizzazione! La Chiesa apprezza il vostro lavoro, e vi è grata per quello fate”.
Da parte sua, mons. Joseph Kalathiparambil, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ha voluto ricordare nel suo intervento che mercoledì prossimo ricorre la Giornata Mondiale della Pesca. “Per tale occasione e in spirito di solidarietà – ha detto - uniamo la nostra voce a quella di tante comunità di pescatori per invitare le Organizzazioni internazionali e i Governi a sviluppare norme che garantiscano un lavoro dignitoso, sicuro e produttivo. Soprattutto rivolgiamo un accorato appello affinché sia ratificata la Convenzione sul Lavoro nella Pesca, 2007 (n. 188) volta ad assicurare condizioni lavorative sicure e protezione sociale”.
Venerdì prossimo a mezzogiorno ci sarà poi l’incontro con il Papa. “Sarà un momento spirituale molto importante e profondo – ha sottolineato mons. Kalathiparambil - Novant’anni dopo l’approvazione delle prime Costituzioni e della benedizione di questo apostolato da parte di Pio XI, Papa Benedetto XVI riconfermerà il sostegno della Chiesa a questo nostro ministero missionario ed evangelizzatore, tanto essenziale per la gente del mare”. Durante l’udienza il Papa benedirà una nuova immagine di Maria Stella Maris, dipinta con sembianze asiatiche dal pittore taiwanese Cheen Sheen.
Le statistiche indicano un popolo di oltre 1.200.000 marittimi, di cui circa 400.000 provenienti dalle Filippine, ma la nuova realtà è rappresentata dai circa 200.000 marittimi originari di Russia e Ucraina che, da sola, ne fornisce oltre 80.000. I marittimi cristiani rappresentano circa il 60% di tutti i marittimi. Circa il 64% dei marittimi che sono a bordo di una nave non possono scendere a terra quando la nave è in porto per diversi motivi: lavoro, sicurezza, soste troppo brevi, porti lontani dalle città.
Nel settore della pesca non esistono statistiche precise. Se includiamo i pescatori a tempo parziale e quanti sono impegnati nella pesca di acqua dolce e nell'acquicoltura, il numero si aggira sui 36 milioni (FAO). Si stima che circa 15 milioni di pescatori siano impiegati nell'industria della pesca. Il 98% di loro lavora su navi di lunghezza inferiore a 24 metri. Ogni anno, sono soggetti a infortuni il 25% dei pescatori. Gli incidenti sono più comuni per chi lavora da più tempo, e il rischio aumenta di tre volte se il pescatore ha più di dieci anni di esperienza. Il lavoro nella pesca è considerato tra i più pericolosi al mondo, e la pesca è al vertice o quasi delle statistiche di mortalità. www.radiovaticana.org