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Bergoglio sta lavorando per formare la sua squadra di governo. Tra i candidati più accreditati: Baldisseri, Oullet e Braz de Aviz
di Andrés Beltramo Alvàres
«Il Papa è autonomo. Riceve tutti senza considerare la loro posizione ideologica. Ascolta, riflette e poi decide in completa indipendenza». Questa precisa descrizione della personalità del nuovo Pontefice, tratteggiata per Vatican Insider da un religioso argentino e collaboratore di Bergoglio da parecchi anni, ci dice qualcosa su come sarà il governo di Francesco. Nel frattempo una delle domande potrebbe essere questa: “Chi sono i suoi uomini di fiducia?”. Ecco un possibile elenco.
Come arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio è stato al margine della Curia Romana. Ha frequentato il Vaticano il meno possibile e solo per questioni definite. Rifiutava spesso gli inviti a cena in ristoranti e preferiva far visita in privato ai suoi amici. Grazie a quest’atteggiamento è riuscito a tenersi alla larga dagli intrighi curiali dello scorso pontificato.
Come Papa, però, dovrà governare e per farlo avrà bisogno della propria squadra e di un personaggio chiave: il Segretario di Stato, il responsabile della politica interna ed estera della Santa Sede. Per ora e solo temporaneamente, il Papa ha confermato nei loro incarichi tutti i collaboratori di Benedetto XVI, compreso il cardinale Tarcisio Bertone. Ma, a breve, arriverà il sostituto.
Sin dalla sua elezione come vescovo di Roma, è sembrato che Bergoglio concedesse un posto speciale a Lorenzo Baldisseri, segretario della Congregazione per i Vescovi e anche Segretario del Conclave. Nella Capella Sistina Bergoglio gli ha posato sul capo lo zuccotto rosso da cardinale mentre lui gli porgeva quello bianco. Per questo motivo, durante la prima benedizione del nuovo Papa è stato possibile vederlo con quei paramenti, che non corrispondono alla sua dignità ecclesiale.
Nei giorni successivi, il prelato italiano ha concelebrato con il Pontefice in diverse occasioni a Santa Marta. Diplomatico di carriera, Baldisseri ha avuto molte esperienze in America Latina: è stato nunzio apostolico in Haiti, Paraguay e Brasile. Questi fatti potrebbero indicare un ruolo importante per lui in futuro.
Nella sua prima omelia come leader massimo della Chiesa, Francisco ha avuto udienze con molti religiosi che conoscono molto bene la Curia romana. Uno dei primi ad essere stato ricevuto in privato è stato il cardinale Paul Josef Cordes, presidente emerito del Pontificio Consiglio “Cor Unum”. Venerdì 22 marzo ha anche ricevuto il suo compatriota Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.
Lunedì scorso ha parlato con il cardinale canadese Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi nonché uno dei “papabili” forti dell’ultimo Conclave. Lo stesso giorno ha ricevuto il brasiliano Joao Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e per le Società di Vita Apostolica.
Il Papa argentino ha deciso di mantenere un ritmo costante di lavoro ed è per questo motivo che riceve anche di sera. Domenica 17 marzo ha invitato il preposto generale della Compagnia di Gesù, Adolfo Nicolás Pachón, mentre giovedì 21, sempre di sera, ha ricevuto il rettore maggiore dell’ordine dei Salesiani, Pascual Chávez Villanueva e il suo vicario, Adriano Bregolin.
Chi conosce bene Jorge Mario Bergoglio assicura che ha sempre saputo mantenere l’amicizia con alcune personalità molto diverse tra di loro. Fatto confermato dall’udienza in Vaticano al premio Nobel per la Pace e noto attivista di sinistra Adolfo Pérez Esquivel. Immediatamente dopo ha anche ricevuto il procuratore generale dell’Opus Dei, Carlos María Nannei, che conosce da quando era vicario dell’Opera per l’Argentina.
Nelle prime giornate da Papa, Francesco ha saputo fidarsi dei segretari privati del suo predecessore: il sacerdote maltese Alfres Xuereb e anche il prefetto della Casa Pontificia Georg Gänswein, con il quale ha anche un rapporto di amicizia. Inoltre, accetta ben volentieri i consigli del maestro di cerimonie liturgiche pontificie, Guido Marini, e del cerimoniere argentino Guillermo Karcher.
Da tenere sotto osservazione anche Guzmán Carriquiry Lecour, segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina, per cui ha scritto la prefazione del libro “Bicentenario dell’indipendenza dei paesi latinoamericani: ieri e oggi”, edito in Spagna nel 2011.