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Dedicato quest’anno alla fraternità, nello spirito dell’enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”, firmata in Assisi sulla tomba del serafico Padre san Francesco il 3 ottobre 2020. In un mondo che ha subito una lunga e penosa esperienza di pandemia, e che continua a subire angosciose esperienze di guerre, divisioni, causa di tante tragiche e inutili sofferenze, ricordarci che la fraternità è un valore universale, fondato sull’unica paternità di Dio, per noi diventa un imperativo morale, e un segno di speranza.
"Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso coloro che lo temono, perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere".
Gesù chiamava Dio “Abbà” (in aramaico), che traduciamo “Padre”, ma meglio sarebbe tradurre con “babbo”, “papà”. Perciò quando preghiamo il “Padre nostro” siamo invitati ad avere un rapporto con Dio come quello di un bambino o di una bambina che chiama suo padre “papà” o “babbo”. Sono due parole che evocano affetto, familiarità, calore. Entrambe suggeriscono l’immagine di un infante completamente avvolto dal tenero abbraccio paterno, che si abbandona confidente nelle braccia di chi gli ha dato la vita. Il riferimento alla figura paterna ci aiuta a comprendere qualcosa dell’amore di Dio, un amore che rimane però infinitamente più grande, più fedele, più totale di quello di qualsiasi padre terreno. La paternità di Dio è un amore che si china teneramente su di noi, fragili figli bisognosi di tutto: «Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso coloro che lo temono, perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere » (Sal 103,13-14). Tutta l’umanità può parlare con il Creatore del cielo e della terra chiamandolo “Padre”, ma non tutti gli uomini ne sono consapevoli. La paternità di Dio, però, si esprime sempre e comunque al plurale. Il suo amore investe tutti gli uomini e invita ciascuno di noi a fare altrettanto, amare le sorelle e i fratelli tutti e a realizzare la piena comunione della fraternità. La nostra risposta all’amore di Dio è provata nel comportamento fraterno che assumiamo verso il nostro prossimo. La preghiera che Gesù ci ha insegnato è la preghiera della fraternità universale. Perché Dio non è “Padre mio”, ma è “Padre Nostro”, è “Padre” di tutti gli uomini: del ricco e del povero, dell’occidentale e dell’orientale, del credente e dell’agnostico, del dotto e dell’ignorante, del santo e del peccatore.