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Il Movimento Francescano:
un bisogno di comunione dettato dallo Spirito
Il Movimento Francescano può essere considerato come il frutto dell’incontro, nel dialogo e nella preghiera, di oltre quattromila frati delle famiglie francescane (un “Capitolo delle stuoie” a tappe [1] che desideravano conoscersi per vivere insieme da fratelli, secondo il comandamento di Gesù e il “desiderio assiduo” di Francesco. Guardando al passato, essi compresero che la pluriformità, letta a volte come fattore di divisione, andava compresa come una grazia e una forza, perché favorisce la vita di ogni famiglia secondo i doni ricevuti dallo Spirito, nella fedeltà all’unico carisma vissuto da Francesco e Chiara. L’incontro produsse conoscenza, la conoscenza favorì la fraternità, la fraternità creò il bisogno di collaborare per rendere un più significativo servizio alla Chiesa e alla società del nostro tempo.
Il Movimento Francescano non è dunque una realtà programmata a tavolino, e meno ancora il frutto di un momentaneo fervore, ma un impulso nato dall’ascolto dello Spirito e dal bisogno profondamente sentito (e sofferto) di tanti fratelli, desiderosi di uscire da un certo immobilismo e di vivere in maniera più “aperta” l’identità francescana. Vi è alla sua origine la convinzione che solo in una visione positiva e accogliente della molteplicità delle forme di vita in cui storicamente si è realizzato il francescanesimo è possibile cogliere e vivere l’inesauribile ricchezza dell’ispirazione francescana. Il Movimento Francescano non è nato per creare una specie di “ghetto francescano”, ma per aprirsi totalmente alla dimensione ecclesiale.
Anche le Sorelle Clarisse, specialmente con la celebrazione dell’Ottavo Centenario di San Francesco (1982) e poi di Santa Chiara (1993), ebbero modo di tessere, nelle modalità consone alla loro condizione di contemplative, particolari rapporti di comunione e anche di collaborazione.
Al1’iniziativa dei frati si unirono ben presto le Religiose che si ispirano all’ideale francescano, rappresentate in Italia da oltre settanta Istituti. Sospinte dagli stessi ideali e dalle stesse aspirazioni e istanze dei fratelli del Primo Ordine, esse fondarono ad Assisi, nel 1973, il Movimento Religiose Francescane, allo scopo «di promuovere fra gli Istituti aderenti una conoscenza reciproca più approfondita, una sincera fraternità e una collaborazione che permetta di vivere l’unità del carisma francescano nella molteplicità delle espressioni proprie di ciascun istituto».
I fratelli e le sorelle dell’Ordine Francescano Secolare si dimostrarono poi il provvidenziale “volto secolare” di questo spirito di fraternità, diffuso capillarmente presso i numerosi francescani laici, e testimoniato nelle comunità cristiane.
Le celebrazioni centenarie dei nostri Fondatori hanno dunque fatto vivere alla famiglia francescana italiana una fortunata stagione di fraternità, di cui il Movimento Francescano è il frutto più bello. Al termine del grande Capitolo del Francescanesimo Italiano nell’anno centenario della nascita di San Francesco (1982) i Responsabili delle varie componenti francescane scrivevano in un documento finale che «il Movimento Francescano costituisce un dono inestimabile che il Signore ha fatto alla nostra generazione», e suggerivano alcune modalità per «raggiungere gli scopi che ci siamo proposti sul piano della conoscenza reciproca, della più stretta fraternità e collaborazione in vista di un migliore servizio alla Chiesa e alla società». Queste parole indicano concisamente ma chiaramente le ragioni che hanno fatto sorgere il Movimento francescano.
[1] Tale “Capitolo delle stuoie” ebbe il suo momento di ideazione e di progettazione nell’incontro di Assisi dei Ministri provinciali delle tre famiglie del Primo Ordine e del Terz’Ordine regolare l’8 marzo 1972; si attuò quindi negli “Incontri di vita e fraternità” dei frati, che ebbero luogo ad Assisi in due cicli: settembre 1972 - marzo 1973; settembre 1973 - marzo 1974.