01. Matteo Lolli da Agnone
02. Girolamo Caruso da Cammarata
04. Carlo Maria Vigevano da Abbiategrasso
05. Giuseppe Maria Diliberto da Palermo
06. Guglielmo Massaia da Piovà d'Asti
07. Raffaele Petruccelli da Sant'Elia a Pianisi
08. Arsenio Migliavacca da Trigolo
09. Marcellino Maoloni da Capradosso
10. Giovanni Pietro da Sesto S. Giovanni
11. Angelico Lipani da Caltanissetta
12. Daniele Rossini da Samarate
13. Damiano da Cingoli
14. Pietro Privitera da S. Pietro Clarenza
15. Giacomo Filon da Balduina
16. Umile Bonzi da Genova
17. Cirillo Giovanni Zohrabian da Erzerum
18. Giuseppe Bocci da S. Elpidio a Mare
19. Cecilio Cortinovis da Costa Serina



Personaggi - Servi di Dio |
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Felice Rossini (Daniele da Samarate), servo di Dio, missionario e apostolo dei lebbrosi, nacque a S. Macario di Samarate (Milano) il 15 giugno 1876 da Pasquale e Giovanna Paccioretti e il giorno seguente riceve il battesimo col nome di Felice. Quando ha quattro anni la famiglia si trasferisce a Samarate. A quattordici anni, il 15 gennaio 1890, entra tra i frati cappuccini di Lombardia nel convento di Sovere (Bergamo). Il suo parroco lo raccomanda con una lettera profetica: "Farà una riuscita veramente felice!". Nella vestizione cambia il nome in quello di fra Daniele da Samarate. Il 24 giugno 1892 emette la sua prima professione religiosa. Completa i suoi studi di filosofia e teologia a Milano e professa solennemente nel 1896.
Non ancora sacerdote, nel 1898 ottiene di partire per la missione del Maranhão (Alto Brasile), aperta da soli sei anni. È consacrato sacerdote a Fortaleza (Cearà) il 19 marzo 1899 e nel gennaio 1900 è destinato alla Colonia Agricola di S. Antonio do Prata (Parà) dove rimane - direttore illuminato, costruttore intraprendente, missionario infaticabile - fino al gennaio 1913. Durante questi anni di intenso apostolato fra quella gente assetata di Dio, contrae la lebbra.
Di ritorno in Italia per consulte mediche, il 21 agosto 1909 fa sosta a Lourdes con immensa fede e riceve la grazia della perfetta conformità al progetto di Dio. Dopo una breve parentesi come parroco di S. Luis-Anil (Maranhão), il 27 aprile 1914 entra definitivamente nel lebbrosario di Tucunduba (Belém-Parà) dove rimane fino alla morte, servendo spiritualmente con zelo e grandi sofferenze i colpiti dalla sua stessa malattia.
Compianto e celebrato da tutti, muore santamente il 19 maggio 1924 a soli 48 anni, 26 dei quali passati in missione. È rimasta famosa e incide nel cuore dei suoi numerosi ammiratori e devoti la formuletta di ringraziamento da lui coniata negli ultimi anni della sua atroce malattia: "A Deus louvado" (Dio sia lodato). Per tutto, anche - soprattutto - per la lebbra! I poveri, i piccoli, gli afflitti hanno sempre tenuto acceso il suo ricordo e così, il 29 dicembre 1991 l'arciv. di Belém, mons. Vicente Joaquin Zico, ha insediato nella cattedrale di Belém il tribunale ecclesiastico incaricato di condurre un processo diocesano per la beatificazione di p. Daniele. Anche in Italia sono state avviate le stesse pratiche, portate solennemente a termine a Samarate il 19 marzo 1997 dal card. Carlo Maria Martini e a Belém nella chiesa dei cappuccini, il 30 agosto dello stesso anno davanti a un pubblico numeroso e commosso. Il 4 luglio 1998 venne emanato il decreto di validità dei Processi diocesani, quello principale di Belem (Brasile) e quello rogatoriale di Milano.