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▪ GIOVANNI SPAGNOLO, Andrea da Burgio frate cappuccino (1705-1772). Un cammino d’amore, ed. Velar, Gorle 2022, pp. 80, ill. ft [collana “I frati del popolo” - nuova serie, 2].
Il 16 giugno 1772, a Palermo, nell’Infermeria dei cappuccini chiudeva la sua giornata terrena, in fama di santità, fra Andrea da Burgio che aveva speso un tratto significativo della sua vita nella missio antiqua che vedeva l’Ordine impegnato in Africa, nel Congo-Angola, fin dal 1645 per mandato di papa Paolo V. Per ricordare i 250 anni del pio transito del frate di Burgio che, con il riconoscimento delle virtù eroiche da lui esercitate gode dal 1873 del titolo di Venerabile, la vice postulazione e l’associazione che promuove la devozione e tiene viva la fama di santità dell’illustre concittadino, tra le tante iniziative in programma, hanno voluto la revisione e la ristampa di questo volumetto che appartiene alla prima serie della collana I frati del popolo, ideata, diretta e scritta da fra Giovanni Spagnolo nei suoi anni giovanili, arrivando a dieci titoli. Come asceta, missionario e taumaturgo, Andrea da Burgio può essere annoverato tra le figure di spicco del Settecento siciliano. Tuttavia, ricordarlo a 250 anni dalla sua morte, può essere ancora un monito, per il suo Ordine cappuccino e per il popolo di Dio, a perseguire quella chiamata universale alla santità, proposta dal Concilio Vaticano II e rilanciata nel nuovo Millennio dal santo papa Giovanni Paolo II come “misura alta della vita cristiana ordinaria”.
fra Giovanni Spagnolo
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Primo tentativo di riflessione sistematica sull'iniziazione all'interno del modello formativo francescano- cappuccino, questo libro analizza il tema secondo le scienze umane e teologiche e indaga la prassi del catecumenato antico, al fine di mettere in rilievo gli aspetti educativi che esso comportava. Le caratteristiche dell'attuale itinerario di iniziazione cristiana consentono inoltre di offrire i criteri di rilettura dei principali documenti formativi dell'Ordine francescano, allo scopo di comprendere quanto la categoria di iniziazione sia stata recepita e applicata.
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Dopo due anni di interruzione, dovuti alla pandemia da Covid-19, riprende quest’anno il “Perdono del Gargano”, che giunge al terzo appuntamento. Si tratta di un articolato complesso di iniziative liturgico-pastorali, incentrate intorno a un cammino penitenziale: dalla grotta dell’arcangelo Michele in Monte Sant’Angelo e alla chiesetta antica del convento in cui visse Padre Pio in San Giovanni Rotondo, che si svolgeranno dal pomeriggio del 30 giugno alle prime ore del 1° luglio. L’annuncio è stato dato ieri sera dal vice rettore del santuario di Santa Maria delle Grazie, fr. Pasquale Cianci, al termine della Messa vespertina dell’Epifania, presieduta da fr. Maurizio Placentino, ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio.
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Due giovani uomini camminano tra boschi e campi, fermandosi in anfratti o cappelle semidiroccate per sbocconcellare in fretta un tozzo di pane, si gettano carponi sulle rive fangose dei ruscelli per bere avidamente, a lunghe sorsate acqua fresca e limpida. Spesso si girano a gettare rapide occhiate alle loro spalle: no, nessuno in vista, pericoli per ora non se ne avvertono. Sono dunque dei fuggiaschi. Chi sono? Da chi o da che cosa scappano?
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La devozione a Santu Franciscu è molto viva in questa regione
Nonostante san Francesco non vi è mai approdato, la Sardegna ha una devozione molto viva nei confronti del santo di Assisi. Questo grazie ad alcuni frati dal profondo misticismo, morti in fama di santità, che hanno trascorso la loro vita a diffondere il messaggio di povertà e di speranza di Francesco. E lo hanno tramandato a molte comunità dell’isola. Alcuni di essi sono già santi, altri sono incamminati nel processo di beatificazione.
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“Vogliamo tentare un nuovo cammino, costituendo fraternità interculturali, che alla luce del vangelo e delle nostre Costituzioni vivano la preghiera, la vita fraterna e la missione in modo autentico e coerente. La risorsa dell’interculturalità sarà la testimonianza, che fratelli provenienti da diverse culture, se guardano a Cristo presente tra loro, possono vivere, donarsi e lavorare insieme. Ci sostiene la consapevolezza che il carisma di Francesco d’Assisi, vissuto e testimoniato ha ancora tanto da dire e comunicare agli uomini e alle donne del nostro tempo.”
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L'angelo custode accompagnava il frate cappuccino in tutta la giornata
Padre Pio aveva un rapporto particolare con il suo angelo custode. Molti ricordano che amava chiamarlo, con tono confidenziale, “angiolino”. Meno noto è che il frate cappuccino si rivolgeva al suo angelo con un altro “soprannome”. Cioè “buon segretario”.
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“Quando Giovanni Paolo II mi chiamò per comunicarmi la nomina episcopale, gli chiesi in che modo potevo essere un buon vescovo. Lui mi rispose che dovevo seguire Gesù, pregare molto e amare la Madonna. Solo in tal modo ogni problema poteva essere risolto. E così ho cercato di fare”. Questo e tanti altri ricordi sono emersi nell’omelia pronunciata dall’arcivescovo emerito mons. Benigno Luigi Papa, nella santa messa per i suoi quarant’anni di episcopato (iniziato il 27 dicembre 1981) celebrata lunedì scorso nella basilica cattedrale di San Cataldo.
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