Eventi di rilievo
Una riflessione profonda vista dal ministro che raccoglie le pene e le gioie dei credenti di Maurizio Mastrofini Prendendo in prestito la celebre espressione del sociologo Bauman sulla società liquida, si potrebbe dire che la confessione sia oggi un sacramento liquido. Nonostante l’insistenza dei papi, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI – per restare agli anni recenti – sull’importanza di questo sacramento per non farlo cadere in disuso, il parere dei teologi è quanto meno più articolato. O almeno è particolarmente articolato il percorso suggerito da Basilio Petrà, docente di teologia morale alla Facoltà teologica dell’Italia centrale a Firenze. Nel suo Fare il confessore oggi, il teologo descrive come sia cambiata la percezione del peccato e dunque il ruolo del confessore. Per ascoltare i peccati dei propri fedeli occorrono diverse doti: esperienza, pazienza, capacità di empatia, sensibilità per comprendere cosa davvero stia dicendo la persona lì nel confessionale. |
|||||
|