È stata rinviata a data da stabilire la "Terza Settimana internazionale della Riconciliazione", definita «Tempo di riflessione e di formazione per i presbiteri» e caratterizzata dal tema "Credo la remissione dei peccati", inserendosi nel contesto dell'Anno della fede, che era stata programmata dall'11 al 15 marzo prossimi presso il complesso della chiesa di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

Poiché il periodo prescelto potrebbe coincidere con il Conclave nel quale sarà eletto il successore di Papa Benedetto XVI, non è più certa la partecipazione di due dei principali relatori il penitenziere maggiore Manuel Monteiro de Castro e il prefetto della Congregazione per il Clero Mauro Piacenza, entrambi cardinali elettori e dei giornalisti vaticanisti che animeranno una tavola rotonda Pertanto gli organizzatori dell'evento, il Santuario dei Frati Minori Cappuccini di San Giovanni Rotondo e il Segretariato generale della formazione dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, hanno deciso di individuare una nuova data per lo svolgimento dell'iniziativa

Ai sacerdoti che si sono già iscritti le nuove date di svolgimento del convegno saranno comunicate direttamente dalla segreteria organizzativa, mentre gli altri che avrebbero voluto partecipare ma non hanno ancora dato la loro adesione potranno apprenderle da questo sito o attraverso i sistemi di divulgazione già usati in precedenza per comunicare il programma della "Terza Settimana internazionale della Riconciliazione".

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Alla Congregazione delle cause dei santi è arrivato il dossier con il caso di una guarigione miracolosa attribuita al Pontefice polacco beatificato nel 2011 dal suo successore

di Andrea Tornielli

C'è un presunto miracolo attribuito all'intercessione del beato Giovanni Paolo II. Una guarigione inspiegabile che nei giorni scorsi il postulatore della causa, monsignor Slawomir Oder, ha presentato alla Congregazione delle cause dei santi presieduta dal cardinale Angelo Amato. Tutto è avvenuto in gran segreto, nella massima riservatezza. Ma di questo hanno parlato tre settimane fa lo stesso Amato e l'arcivescovo di Cracovia, il cardinale Stanislaw Dziwisz, già segretario particolare di Papa Wojtyla e grande sponsor della sua canonizzazione. È per questo motivo, in quello che fu l'inner circle del Pontefice polacco si era persino diffusa la speranza che l'aureola definitiva per Wojtyla potesse arrivare entro il 2013.

Scesi dal soglio di Pietro

La risposta di Benedetto XVI nel libro-intervista Luce del mondo, era stata esplicita. Alla domanda del giornalista Peter Seewald («Quindi è immaginabile una situazione nella quale lei ritenga opportuno che il Papa si dimetta?») aveva detto «Sì. Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli, allora ha il diritto e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi».

In verità, la ricostruzione storica dei casi in cui si è interrotto un pontificato prima della morte del Papa, ci riconduce a pochissime figure e in nessun caso a una situazione come quella che si è verificata con la decisione di Benedetto XVI.

Si farà riferimento a lui, probabilmente, come vescovo emerito di Roma. Ed è più che possibile, anzi «evidente», che il nuovo Papa «saprà sfruttare la sua saggezza di governo e l’esperienza». Monsignor Patrick Valdrini, ordinario di Norme generali di Diritto canonico e pro Rettore della Pontificia Università Lateranense, accetta di rispondere su Avvenire ad alcune delle (mille) domande che la rinuncia di Benedetto XVI continua a sollevare.